PUBBLICAZIONI

SINDROME BRACHICEFALICA: INDIVIDUARE I SOGGETTI A RISCHIO


La maggior parte dei cani brachicefali soffre di un’ostruzione sub-clinica delle vie aeree superiori

Parlare di soggetti brachicefalici “normali” è un ossimoro, perché la maggior parte di questi cani soffre di un’ostruzione sub-clinica della vie aeree superiori. Occorre quindi saper identificare i soggetti a rischio di insufficienza respiratoria acuta indirizzandoli alla chirurgia anche con una visione di tipo profilattico oltre che terapeutico. Lo ha osservato Davide De Lorenzi (MedVet, Dipl ECVCP, Padova) nella relazione “La sindrome brachicefalica: non si finisce mai di imparare” , tenuta al 61° congresso nazionale SCIVAC (“Malattie respiratorie croniche del cane nel gatto: conoscere per riconoscere”, 6-8 marzo 2009 Milano).

I soggetti colpiti sono essenzialmente tutti i cani brachicefalici classici come Bulldog inglesi, Boule Dougue francesi, Carlini, Pechinesi, ma anche Chow-chow, Bull Mastiff e Boxer. Molti soggetti passano da condizioni paucisintomatiche, sempre in riferimento alla razza, a condizioni di gravissima dispnea, pericolose per la vita del soggetto. E’ importante quindi, più che riconoscere un soggetto normale da uno patologico, definire l’entità, la localizzazione e l’estensione delle anomalie presenti.

Il relatore ha portato la sua esperienza nella raccolta di un certo numero di casi (40) osservati dal gennaio 2007 al giugno 2008, su cui è stato svolto un lavoro diagnostico esteso anche alla valutazione delle vie aeree inferiori. Si trattava di 20 soggetti di razza Carlino, 13 Bulldog inglesi, 7 Boule Dogue francesi. Il workup diagnostico applicato prevedeva una accurata anamnesi con riferimento anche a segni clinici di altra natura (patologie gastroenteriche, cardiocircolatorie, oculari, ortopediche). La valutazione obiettiva si basava in particolare sull’osservazione dell’animale e del tipo di respiro, il reclutamento di muscoli respiratori accessori in fase inspiratoria o espiratoria. 

Il relatore ha in particolare ricordato che la cianosi compare solo con desaturazione dell’emoglobina superiore all’80% e quindi non bisogna fidarsi troppo nello stressare un soggetto anche se apparentemente ben ossigenato. Se il soggetto è collaborativo possiamo effettuare uno studio radiografico che ci aiuta ad identificare alterazioni riconoscibili del rinofaringe (ispessimento ed allungamento del velo pendulo), verticalizzazione dell’osso ioide, dimensioni tracheali, eventuali complicanze polmonari. In particolare è stato riportato che la dimensione della trachea nel Bulldog è “normalmente” più piccola e il diametro tracheale in proiezione L/L in corrispondenza della 3° costa dovrebbe essere tre volte lo spessore della costa stessa.

Il passo successivo è una attenta valutazione dell’anatomia delle vie aeree a partire dalla valutazione della eventuale stenosi delle nari, proseguendo con una valutazione endoscopica rinofaringea, laringea, tracheale e bronchiale. In particolare a livello di laringe veniva valutata la normale mobilità, l’edema eventualmente presente, la presenza di sacculi laringei evertiti e la presenza di collasso laringeo distinto in collasso di grado 1, 2 o 3. L’indagine veniva estesa anche a trachea e bronchi per verificare la presenza di collasso o ipoplasia tracheale e collasso bronchiale.

I risultati di questa indagine hanno evidenziato che in tutti i soggetti esaminati era riconoscibile una stenosi delle narici ed una iperplasia del palato molle. Il 27,5% presentava collasso laringeo di 1° grado, il 47,5% presentava collasso di 2° grado ed il 20% di 3° grado. Nei soggetti esaminati sono state evidenziate 94 stenosi bronchiali, distribuite irregolarmente nei due emitoraci con il 15,9% di anomalie nel sistema bronchiale destro e l’84% nel sistema bronchiale sinistro. Il Carlino risultava la razza più colpita da collasso laringeo ed anche da anomalie bronchiali che sembrano significativamente correlate.

 

 

 

Editing: Maria Grazia Monzeglio Med Vet PhD

mg.monzeglio@evsrl.it

Fonte 1:SCIVAC